A Cesare
Stroncato da un infarto il giornalista Cesare Sangalli mentre rivendicava in un dibattito le ragioni del disarmo
Attivista per la pace appassionato ed instancabile, Cesare, originario di Portoferraio comune dell’isola d’Elba, ma da anni residente a Foggia, era un vero trascinatore. Allo scoppio della guerra in Ucraina, durante le riunioni del lunedì sera organizzate da Roxana insieme al Centro Gandhi, Cesare sollecitava con calore i partecipanti a opporsi alla guerra con azioni dirette nonviolente e invocava una rinnovata obiezione fiscale alla spese militari, una mobilitazione generale della società per ottenere da parte del parlamento italiano l’approvazione del Trattato ONU di messa al bando delle bombe atomiche.
Fervente cattolico, membro dell’Ambasciata di Pace della provincia di Foggia, l’ultima domenica delle Palme, come ogni anno, da più di 10 anni, aveva organizzato con grande successo a Foggia la marcia per la pace lungo il percorso che porta dalla comunità Emmaus fino all’aeroporto militare di Amendola, per chiedere la cessazione delle ostilità, per rivendicare un’Europa disarmata, senza armi nucleari.
Lo avevo sentito per telefono domenica pomeriggio raccontarmi della sua felice partecipazione con Giuseppe La Porta a Bari, il sabato precedente, alla costituzione di un coordinamento regionale contro la guerra, cui avevano aderito numerosi gruppi e associazioni.
Aveva saputo dell’incontro organizzato nell’Aula magna del Dipartimento di economia dell’Università di Foggia, lunedì 23 maggio, per la presentazione del libro di Papa Francesco “Contro la guerra” e aveva deciso di parteciparvi.
L’Università nella locandina di convocazione dell’evento aveva trasformato il titolo del libro in “È finita la Pace?” e incredibilmente aveva chiamato come relatore un notorio guerrafondaio, il senatore di Forza Italia Mario Mauro, esponente di “Comunione e Liberazione”, già ministro della difesa nel governo Letta e dal marzo 2018 consulente dell’industria bellica. Non poteva esserci scelta più improvvida da parte del Rettore Limone, presente all’incontro, nell’invitare come relatore un personaggio in clamoroso conflitto di interessi e in palese contrapposizione con il pontificato di Pace di papa Francesco.
Immaginiamo con quale spirito Cesare si sia recato all’incontro, deciso a contrastare la propaganda bellica. Gli amici più vicini che ne conoscevano il carattere impavido e la sua animosità gli avevano raccomandato la calma e, fedele a tale consegna, Cesare è rimasto buono e tranquillo durante tutto il tempo della relazione dell’ex ministro, durata un’ora e mezza, prendendo diligentemente appunti da giornalista su quello che ascoltava. Ultimata la lunga, inconcludente e fumosa relazione, Cesare ha chiesto la parola per primo, denunciando con pacatezza le collusioni del senatore Mauro con l’industria delle armi. A questo punto l’ex ministro ha interrotto bruscamente Cesare accusandolo di mendacio. Solo a questo punto Cesare ha perso la pazienza e, agitatosi, ha replicato mostrando la documentazione che conservava nel telefonino. Si è sentito male, il cuore non ha retto all’emozione, ed è caduto all’indietro, battendo violentemente la nuca.
Cesare Sangalli, 58 anni, responsabile di Amnesty International a Foggia è così morto in “trincea”, vittima indiretta della guerra, nell’atto veemente di contestare la politica del riarmo di un politico che si dichiara cattolico.
In una sua testimonianza così lo ricorda il prof. Giuseppe La Porta, sodale amico di tante iniziative per la pace:
“È accaduto durante un acceso confronto pubblico, all’Università di Foggia, con l’ex ministro della Difesa Mario Mauro. Come al solito, stava riversando nelle sue parole tutta la sua passione civile, la sua sete di giustizia ed il suo acutissimo sentire, come giornalista, il “dovere morale di dire la verità…se no, perché avrei scelto di fare questo mestiere?” (sono le sue ultime parole, dette sabato sera in macchina, rientrati a Foggia da Bari).
Cesare autentico martire della pace!
di Rocco Altieri